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Ci arriva attraverso i “social” un ennesimo messaggio del Comandante Generale relativo alla morte per COVID19 di un giovane collega. Questa volta, ancor più che in altre occasioni, questo messaggio ci colpisce e ci fa riflettere su quello che oggi vivono gli appartenenti al Corpo e le loro famiglie sui fatti di cronaca a cui ogni giorno assistiamo, legati alle conseguenze dall’infezione da Covid19 così come alle conseguenze più o meno gravi derivanti dall’inoculazione dei “vaccini”. Veniamo contattati negli ultimi giorni da numerosi colleghi sia essi “vaccinati che non vaccinati” che nutrono forti dubbi nel sottoporsi “obbligatoriamente” al ciclo vaccinale primario o al richiamo della terza dose di chi già assoggettato alle prime due, ancor più che per gli effetti collaterali che, anche se “ritenuti rari” possano verificarsi, hanno delle perplessità sulla legittimità dell’obbligo di sottoporsi alla profilassi. Non possiamo sottacere che, per molti di essi, tali timori, ci riferiscono, sono maturati a seguito di effetti indesiderati subiti da persone a loro vicine che si erano sottoposte al vaccino e di cui sono stati testimoni loro malgrado, effetti avversi che hanno portato anche al decesso per alcuni di essi.
Risulta evidente che in assenza di una “farmaco vigilanza attiva”, tra l’altro in un primo momento prevista, a detta degli esperti, molte di queste situazioni non vengono neppure segnalate alle autorità preposte, perché valutate e liquidate da molti medici, troppo spesso frettolosamente e senza una approfondita diagnosi, come effetti avversi non correlate al vaccino.
Oggi questi colleghi e le loro famiglie vivono “da perseguitati” uno stato di frustrazione e di abbandono totale da parte delle istituzioni cosi come da parte dei vertici del Corpo. Non è passato inosservato il discorso di fine anno da parte del Comandante Generale che a partire dal momento in cui si ricordano i morti a causa del covid19 che ci ha portato via 19 colleghi nei due anni di pandemia, ricorda tutte le conseguenze e l’impatto che questo ha avuto sulle famiglie e sul Corpo della Guardia di Finanza. Difatti nel suo discorso Il Comandante ricorda che il virus nel colpire i colleghi ha prodotto “ famiglie lacerate irrimediabilmente private dall’affetto di padri, di mariti di fratelli e di figlio,” ed ha continuato evidenziando che “come a queste famiglie il Corpo sia stato vicino non solo con il cuore e con il pensiero ma anche con gesti sostanziali come l’erogazione di sussidi attingendo dall’ente editoriale o dal fondo di assistenza per i Finanzieri. Essere una comunità vuol dire essere anche soprattutto questo. Prendersi cura reciprocamente delle persone a cui vogliamo bene, non lasciarle mai sole, un modo concreto per mettere in pratica i valori più belli del Santo Natale. E’ in queste occasioni che infatti la solidarietà e la generosità d’animo prendono forma e si manifestano in azioni tangibili fino a dare contenuto ai concetti di spirito di corpo e di senso di appartenenza come accade ogni qualvolta delle spontanee iniziative provenienti dal basso per organizzare raccolta di fondi per aiutare e supportare colleghi o familiari in difficoltà.” Ricordiamo al Comandante Generale che “essere comunità” significa rispetto e considerazione per tutti coloro che alla comunità.
appartengono. Purtroppo alcuna parola è stata spesa nei confronti di quei colleghi e dei loro familiari che stanno vivendo le festività da “SOSPESI” dal servizio e dalle funzioni, perché non vaccinati, con la spada di Damocle della sospensione dallo stipendio, “REI” soltanto di non aver violato alcuna norma né penale né militare, ma soltanto di aver esercitato un proprio diritto, cioè quello di non essersi sottoposti ad un obbligo vaccinale considerato “surrettizio” generalizzato ed indiscriminato che non tiene alcun conto delle istanze, delle preoccupazioni e delle situazioni fisiche personali dei singoli e delle loro famiglie, tutte legittime, a cui si ritiene che il Comandante Generale avrebbe dovuto esprimere anche a loro solidarietà e vicinanza. Del resto fino al 15 Dicembre del 2021 e per tutto il periodo della pandemia anche questi colleghi hanno contribuito con spirito di sacrificio, dedizione e lealtà ai doveri del loro ufficio e continuano a farlo anche da “sospesi” perché la “Solidarietà e generosità d’animo hanno riguardato e riguardano anche loro” ma purtroppo a costoro è riservato l’oblio, l’emarginazione sociale, guardati e visti come untori, nonostante abbiamo assistito in queste festività al propagarsi dell’infezione proprio e soprattutto nei soggetti vaccinati con doppia e tripla dose.
I Sindacati hanno l’obbligo di tutelare la salute dei lavoratori e questo vale anche per i sindacati dei militari. Per questo ci poniamo con spirito propositivo e collaborativo con chi ha gli strumenti ed il dovere della tutela di tutti gli appartenenti al Corpo vaccinati e non vaccinati.
A tal proposito, in un contesto trasparente e tutelante, ci chiediamo perché il Comando Generale non istruisce un tavolo con sindacati, sanitari e dirigenti in modo da fornire numeri effettivi tali da redimere eventuali dubbi infondati?
Chiediamo quindi come Organizzazione Sindacale al Comandante Generale di porsi come garante dei diritti di ognuno degli Appartenenti al Corpo siano essi vaccinati che non vaccinati e che quindi, così come è stata istituita la piattaforma a livello nazionale che “scheda” vaccinanti e non vaccinati, venga istituita una piattaforma interna al Corpo che monitori alla stregua di una “farmaco vigilanza attiva” tutti gli effetti avversi subiti e riscontrati nei colleghi a causa della somministrazione dei vaccini. Allo stesso tempo, poiché riteniamo che la tutela e la salute dei lavoratori sul posto di lavoro passi attraverso anche tutti quei colleghi vaccinati, in servizio, che nonostante la vaccinazione oggi risultano positivi al Covid19, si chiede un monitoraggio continuo e trasparente accessibile a tutti nel rispetto anche di coloro che sono attualmente SOSPESI”, che hanno delle riserve sull’obbligo vaccinale..
Ci auguriamo che il Comandante Generale si ricordi quindi, di migliaia di questi colleghi e le loro Famiglie che stanno attraversando un momento difficile e traumatico della loro esistenza, caratterizzato da un disagio psicologico ed economico. Ci auguriamo che i propositi e le aspirazioni del Comandante Generale dichiarate nel discorso di fine anno, “…tanti i propositi che ciascuno di noi custodisce nel suo cuore. Sono legati alla famiglia, ai figli,alle nostre aspirazioni di crescita e di miglioramento personali, due su tutti credo ci accomunino. il Primo guarda al nostro interno ed è rivolto a rendere ancora più diffuso e capillare e generalizzato il senso di amicizia, di colleganza e di solidarietà che alberga tra di noi ed è parte integrante del DNA della Guardia di Finanza. Continua dicendo: “ …..Tanto è stato fatto al riguardo ma dobbiamo e possiamo fare ancora di più, sostenere ad esempio chiunque dei nostri versi in una situazione di difficoltà, viva un momento di disagio psicologico o si confronti con una separazione coniugale da risvolti traumatici”, trovino fattivo riscontro nei confronti dei colleghi e delle loro famiglie attualmente “SOSPESI”.
Il Sindacato Finanzieri Democratici Coglie l’occasione per chiedere un immediato incontro per un confronto serio, franco e costruttivo con il Comandante Generale.
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